Secondo il recente rapporto dell’European Mortgage Federation a cui hanno dato risalto il Sole 24 Ore e altri media finanziari, in Italia i tassi di interesse bancari mostrano una crescita più sostenuta che nel resto d’Europa. Le banche italiane hanno infatti meno margini per scaricare il rialzo dei rendimenti obbligazionari.

A dire il vero, nel 2020 i tassi italiani si erano dimostrati fra i più convenienti dei Paesi Ue, ma nella prima metà del 2021 questa tendenza sembra essersi invertita, considerando che in tale periodo i crediti ipotecari sono risaliti in Italia all’1,42%, a fronte di una sostanziale stabilità di quelli europei (1,30%).

Un rialzo dei tassi che ancora non deve allarmare e che risulta coerente con l’andamento dei rendimenti a lungo termine sui mercati finanziari. Resta però da capire perché l’effetto sia stato più marcato in Italia che altrove, soprattutto in Spagna e Francia, dove nello stesso periodo i tassi medi sono ulteriormente scesi rispettivamente di 11 e 18 centesimi.

Causa di ciò è il progressivo aumento dell’inflazione che si sta registrando ormai da alcuni mesi e che si sta comunicando ai tassi di interesse come era dato attendersi. Un fenomeno che sembra colpisce maggiormente le banche italiane i cui bilanci offrono margini di aggiustamento inferiori per scaricare e ammortizzare il rialco dei rendimenti dei propri bond.