
Avvocato nell’ambito del diritto commerciale e d’impresa, con predilezione per il diritto bancario e finanziario, quello concorsuale e delle acquisizioni societarie.
In passato Tutore presso la Facoltà degli Studi di Padova all’interno del corso di Diritto dei Mercati Finanziari.
Oggi Cultore della materia in Diritto costituzionale ai sensi del R.D. 4 giugno 1938 n. 1269 presso la cattedra di Diritto Costituzionale dell’Università di Padova, ambito in cui approfondisco soprattutto le tematiche del diritto pubblico dell’economia e della c.d. “Costituzione economica” (proprietà e iniziativa economica privata, tutela del credito e del risparmio, pareggio di bilancio, teorie della moneta ed Unione monetaria, indipendenza della Banca centrale ed Unione bancaria, intervento dello Stato nell’economia, etc.).
Abilitato all’iscrizione nell’Elenco dei Gestori della crisi da sovraindebitamento tenuto dal Ministero della Giustizia.
“Of counsel” dello Studio legale del prof. Mario Bertolissi di Padova.
Oltre che di diritto, scrivo di politica, mercati e concorrenza sui giornali Linkiesta.it, laCostituzione.info (diretto, tra gli altri, dai professori Roberto Bin, Omar Chessa, Fulvio Cortese e Salvatore Curreri), VeneziePost.it e Stradeonline.it.
Faccio parte del comitato scientifico della “Scuola per la democrazia”, fondata a Padova nel 2018.
Un mio contributo dal titolo “La tutela del risparmio come dimensione costituzionale del futuro” è stato pubblicato all’interno del volume “Scritti per Paolo Grossi offerti dall’Università di Padova”, curato nel 2019 dall’ateneo patavino in onore del Presidente emerito della Corte costituzionale per le edizioni Giappichelli.
Ho partecipato alla stesura dei due capitoli intitolati “Ripetizione dell’indebito bancario: limiti e presupposti” e “I contratti di garanzia finanziaria” all’interno dell’opera collettanea “I contratti bancari” (pp. 786), edita da Maggioli Editore nella primavera 2021.
– Piero Cecchinato
«La solvibilità di una banca dipende dalla qualità del portafoglio e non dalla quantità dei depositi (…): il credito che la banca concede nasce dal credito che essa riceve (…). Una banca che si metta a far credito alla industria e ai privati senza adeguata contro-partita o che si lasci trascinare dal desiderio di un non beninteso lucro immediato, quanto nell’ipotesi, più probabile, che lo Stato ve la spinga nell’interesse di gruppi industriali prementi e politicamente forti, provoca il risultato economico ultimo, non dissimile da quello della politica del protezionismo doganale, dell’arricchimento dei gruppi a spese della collettività»
(Antonio De Viti De Marco, La funzione della banca: introduzione allo studio dei problemi monetari e bancari contemporanei, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1934)