Martedì la Banca centrale europea ha espresso cautela sulla situazione economica, spingendosi a considerare un «significativo ammontare di stimolo monetario». Dinanzi al Parlamento europeo, il presidente Mario Draghi ha anche difeso l’operato della BCE, criticata durante un dibatitto dedicato ai 20 anni dell’euro.
«Non vi è spazio per alcun atteggiamento di autocompiacimento», ha detto Draghi dinanzi al Parlamento europeo a Strasburgo, aggiungendo che «un significativo ammontare di stimolo monetario è tuttora necessario per sostenere l’ulteriore aumento delle pressioni dei prezzi interni e gli sviluppi dell’inflazione complessiva nel medio termine».
La stessa Banca centrale europea ha confermato che intende continuare il riacquisto di attività finanziarie sul mercato.
«Gli sviluppi economici recenti – ha aggiunto Mario Draghi – sono stati più deboli di quanto atteso e le incertezze, in particolare per quanto riguarda fattori globali, restano elevate».
Ha parlato inoltre di «una continua incertezza che cambia natura» e che «riduce la fiducia di imprese e famiglie». Su queste basi, il Presidente ha poi sostenuto che in questo momento l’Europa non è a rischio di recessione – per fronteggiare la quale peraltro ha ribadito che la Bce avrebbe gli strumenti necessari – limitandosi a parlare di un rallentamento che potrebbe essere però «più lungo del previsto».
A parte le comprensibili rassicurazioni di Draghi, la situazione della congiuntura europea continua a preoccupare. L’Italia stessa potrebbe essere entrata in recessione nell’ultima parte dell’anno scorso (si attendono a breve i dati dell’ultimo trimestre dell’anno scorso). Anche per questo, in dicembre, l’istituto monetario ha ridotto le sue stime di crescita, confermando una politica monetaria accomodante.
Sempre ieri, a Strasburgo sono stati celebrati i 20 anni della zona euro. In questa occasione il presidente Draghi ha smentito il pregiudizio secondo il quale la moneta unica avrebbe ridotto le sovranità nazionali: «La maggior parte delle sfide sono oggi globali e possono essere affrontate solo insieme: l’unione esalta la capacità dei singoli Paesi di mantenere la propria sovranità sulle questioni rilevanti, una sovranità che altrimenti andrebbe persa in questo mondo globale».