«Il concetto di insolvenza bancaria è molto scivoloso, ma diciamo che dalla fine del 2013 Veneto Banca non avrebbe più potuto operare nel settore».
Lo ha detto il dott. Giuseppe Vidau, commissario liquidatore di Veneto Banca, rispondendo ad una domanda posta da uno dei legali delle parti civili nel corso della deposizione testimoniale tenutasi il 12 luglio.
Appesantita dai prestiti concessi ai clienti per l’acquisto di azioni proprie e non correttamente conteggiati nello stato patrimoniale, da crediti deteriorati d’incidenza molto maggiore del previsto e dagli avviamenti esagerati via via svalutati nel tempo, già a fine 2013, tre anni e mezzo prima della messa in liquidazione, l’istituto praticamente avrebbe dovuto arrestare l’attività e porsi in liquidazione.
Ammontano a circa 144 milioni di euro le azioni acquistate con prestiti “baciati”, il cui importo però non è stato sottratto dal patrimonio di vigilanza, a cui si aggiungevano altre ingenti svalutazioni necessarie.
«Il management – ha spiegato il commissario – dichiara che, sempre alla fine del 2013, i crediti da svalutare rappresentavano il 7% del totale, ma una riclassificazione operata dal nostro team porta quel valore addirittura al 40%».
Gli avviamenti, che la dirigenza dell’istituto di credito stima a 1 miliardo e 200 milioni di euro, vennero inesorabilmente rivisti al ribasso pnel giugno del 2017, al tempo della messa in liquidazione.
Alla fine, epurato anche del fondo rischi, il patrimonio netto di Veneto Banca cala a un miliardo, con un patrimonio di vigilanza che scende a 600 milioni, cifra che rende impossibile la prosecuzione dell’attività bancaria.
Prosegue intato il lavoro di indennizzo nei confronti dei cittadini che sono stati truffati dalle banche: ad oggi, a fronte di mezzo miliardo autorizzato, sono stati già bonificati 332,5 milioni di euro, di cui 192.742.790 euro al solo Veneto a favore di 26418 risparmiatori per 26811 domande. Ad annunciarlo è stato Federico D’Incà, Ministro per i Rapporti con il Parlamento in riferimento ai dati forniti da Consap sugli indennizzi.
«A livello territoriale – ha detto D’Incà – la provincia di Belluno ha ricevuto 2.203.442 euro per 501 risparmiatori e 507 domande; la provincia di Padova 16.586.274 euro per 2435 risparmiatori e 2481 domande; la provincia di Rovigo 2.189.371 euro per 708 risparmiatori e 717 domande; la provincia di Treviso 72.313.924 euro per 9417 risparmiatori e 9547 domande; la provincia di Venezia 11.517.764 euro per 1821 risparmiatori e 1856 domande; la provincia di Verona 8.232.822 euro per 1519 risparmiatori e 1556 domande e la provincia di Vicenza 79.699.190 euro per 10017 risparmiatori e 10147 domande».