Per l’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, centro studi diretto da Carlo Cottarelli, il livello di deficit pubblico raggiunto nel 2020 se confrontato col passato tenendo conto del diverso tasso di inflazione è molto più elevato di quello osservato negli anni ’70 e ’80 ed è confrontabile solo con i deficit osservati nel corso della prima e della seconda guerra mondiale.
Sulla base delle informazioni disponibili il deficit nel 2020 dovrebbe attestarsi intorno ai 180 miliardi, ossia 10,8 per cento del Pil. Nel 2021 il deficit, tenendo conto del recente scostamento di bilancio e anche assumendo che questo sia l’ultimo, come indicato da esponenti del governo, potrebbe scendere a 155 miliardi, l’8,8 per cento del Pil.
In passato abbiamo già avuto periodi con livelli percentuali di deficit così elevati: per esempio negli anni ’80. Ma all’epoca l’inflazione era elevata e gonfiava artificialmente il deficit al di là di quanto fosse in termini reali. Infatti, il deficit, come convenzionalmente definito, non tiene conto della cosiddetta “inflation tax”, ossia dell’erosione causata dall’inflazione sul valore del capitale investito in titoli di stato in circolazione. Questa tassa da inflazione frena comunque la crescita del rapporto tra debito pubblico e Pil e dovrebbe quindi essere considerata in una definizione “economica” di deficit.
Tale definizione è quella considerata dal cosiddetto “operational deficit” (o deficit operativo), cioè il deficit corretto per effetti derivanti dall’erosione del capitale investito in titoli di stato dovuta all’inflazione. Per calcolare il deficit operativo occorre aggiungere al deficit non corretto il prodotto tra il tasso di inflazione dell’anno in corso e lo stock di debito denominato in valuta domestica alla fine del periodo precedente.
Ebbene, il deficit operativo è attualmente quasi uguale a quello misurato convenzionalmente perché l’inflazione è bassa.
Per trovare un deficit vicino a quello del 2020 si deve tornare all’inizio degli anni ’40 (8,7 percento del Pil nel 1940). In altri termini, lo shock ai conti pubblici subito nel 2020 è simile (anzi leggermente superiore) a quello dovuto alla seconda guerra mondiale.