Il Governo italiano minaccia di intaccare l’indipendenza della Banca d’Italia rivendicando una maggiore ingerenza della politica nella scelta dei vertici. In maniera non dissimile da un certo tempo a questa parte Donald Trump contesta la politica della Federal Reserve, rivendicando un maggiore potere di indirizzo da parte del Governo. Ma quali sono i pregi dell’indipendenza di una banca centrale?

Una banca centrale ha il compito di proteggere il valore della moneta e rendere più sicuro ed efficiente il sistema finanziario, nell’interesse dei cittadini, dei risparmiatori e dell’economia nel suo complesso. Le sue azioni e le sue decisioni perseguono sostanzialmente due obiettivi: la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria.

La politica monetaria è l’insieme di decisioni, strumenti e procedure operative con cui l’autorità monetaria di un paese o di un’area economica opera per assicurare il
valore della moneta nel tempo, misurato dal livello generale dei prezzi.
La moneta è utilizzata per i pagamenti, funziona da unità di misura del valore di beni e servizi scambiati e può essere messa da parte per trasferire potere d’acquisto a una data futura. Per ciascuna di queste funzioni è necessario che si possa
fare affidamento sul suo valore futuro.

Nelle moderne economie la banca centrale è la sola istituzione autorizzata a emettere moneta con corso legale, cioè quella che per legge non può essere rifiutata per pagare un debito. La banca centrale ne regola la produzione e la circolazione,
in modo che sia disponibile una quantità adeguata in relazione alle richieste delle persone e delle imprese. Di solito persone e imprese, per procurarsi il contante, prelevano da un normale conto bancario o postale, e solo di rado hanno occasione di rivolgersi direttamente alla banca centrale: a loro volta le banche commerciali si riforniscono di banconote dalla banca centrale che, in ultima analisi, è l’istituzione che emette le banconote in circolazione.

Avendo la moneta carattere fiduciario, per il mantenimento del suo valore nel tempo sono molto importanti le aspettative degli operatori – consumatori, produttori, commercianti, risparmiatori, investitori finanziari – sull’andamento dell’economia e dei prezzi e, soprattutto, sui comportamenti della banca centrale. L’azione di quest’ultima è tanto più efficace quanto più è chiara e credibile; la sua indipendenza da pressioni politiche, la sua capacità di comunicazione e autorevolezza sono essenziali.

Per garantire il valore della moneta del tempo e la stablità del sistema, le banche centrali devono essere indipendenti e questa indipendenza deve essere chiaramente percepita dai cittadini. L’indipendenza della Banca d’Italia
si articola in vari aspetti:

– indipendenza istituzionale: sia il Trattato sul funzionamento dell’Unione
europea sia lo Statuto della Banca sanciscono il divieto per l’Istituto e per i membri dei suoi organi decisionali di sollecitare o accettare istruzioni da istituzioni,
governi o altri organismi, nazionali o europei;
– indipendenza personale: le regole, i requisiti e le procedure per la nomina e la revoca dei membri del Direttorio e degli altri organi di governo ne proteggono l’indipendenza, garantendo l’imparzialità delle loro decisioni. Il Codice di
comportamento per i membri del Direttorio prevede inoltre regole specifiche in tema di conflitto di interessi, riservatezza, incarichi esterni, accettazione di doni o altre utilità, investimenti finanziari;
– indipendenza funzionale e operativa: la Banca ha responsabilità, competenze tecniche e strumenti adeguati per conseguire i propri obiettivi. Per tutto il personale
è attuata una strategia unitaria di prevenzione delle condotte illecite coerente con le
migliori prassi internazionali e con il quadro etico definito per l’Eurosistema e per l’SSM. Il tema del conflitto di interessi è oggetto di particolare attenzione, anche
per i dipendenti che non lavorano più per la Banca d’Italia, secondo principi ispirati dalle norme europee in materia di vigilanza;
– indipendenza organizzativa: la Banca definisce in autonomia il proprio assetto organizzativo, nel rispetto delle norme che disciplinano l’azione amministrativa e le diverse funzioni, nonché della missione, degli intenti strategici e dei principi organizzativi adottati dall’Eurosistema e dall’SSM, per assicurare servizi di qualità e per agire in maniera efficiente, trasparente, responsabile e imparziale dei principi organizzativi adottati dall’Eurosistema e dall’SSM, per assicurare servizi di qualità e per agire in maniera efficiente, trasparente, responsabile e imparziale;
– indipendenza finanziaria: la Banca dispone di risorse finanziarie adeguate a svolgere i compiti connessi con l’appartenenza al SEBC e quelli attribuiti dall’ordinamento nazionale. Le risorse sono gestite con l’obiettivo di contribuire alla copertura dei costi e di preservare la solidità patrimoniale a fronte dei rischi
legati allo svolgimento delle attività istituzionali.

L’indipendenza riconosciuta alla Banca d’Italia è bilanciata da sistematici controlli interni, che presidiano i rischi aziendali e il perseguimento degli obiettivi di qualità dei servizi e di uso efficiente delle risorse. Questi controlli si aggiungono a quelli esercitati dal Consiglio superiore, dal Collegio sindacale e da un revisore esterno che, come prescritto dallo Statuto della Banca e del SEBC, verifica la contabilità. Dall’indipendenza della Banca discende la necessità di rendere conto del proprio operato: quanto più un’istituzione pubblica è autonoma, tanto maggiore è la responsabilità che essa ha nei confronti dello Stato e dei cittadini.

La Banca rende conto del proprio operato illustrando pubblicamente le attività svolte, sia nell’azione istituzionale sia nella gestione delle risorse. Gli strumenti utilizzati sono vari e tengono conto dei diversi destinatari cui sono rivolti: la Relazione annuale, la Relazione sulla gestione e sulle attività della Banca d’Italia, il bilancio, le audizioni parlamentari, i comunicati stampa, gli studi e le statistiche, i convegni e i seminari, le iniziative di informazione pubblica.

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