Molte banche stanno chiedendo garanzie aggiuntive (soprattutto garanzie personali) ad imprese che chiedono prestiti assistiti al 100% da garanzia dello Stato.
Ciò avviene perché in sostanza non si fidano di Mediocredito.
La lett. m) dell’art. 13 del decreto liquidità (rimasto su questo aspetto uguale anche a seguito della legge di conversione), stabiliva che in favore delle banche “l’intervento del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese è concesso automaticamente, gratuitamente e senza valutazione e il soggetto finanziatore eroga il finanziamento coperto dalla garanzia del Fondo, subordinatamente alla verifica formale del possesso dei requisiti, senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del gestore del Fondo medesimo”.
La norma parla solo di verifiche formali della banca riferite ai requisiti indicati dal decreto per accedere alla garanzia (dichiarazioni sulle predite di fatturato, etc.), però lascia comunque la banca nella sua veste tipica e istituzionale all’atto dell’erogazione del finanziamento. E l’esclusione della valutazione del merito creditizio del cliente finale (specificamente lett. g art. 13 e poi anche sopra, la citata lett. m) è riferita all’erogatore della garanzia, non alla banca.
Insomma, la garanzia è dovuta in automatico senza valutazione del merito creditizio, ma le banche stanno ritenendo di non poter prescindere da una minima valutazione da parte loro. Il rischio è quello di sentirsi comunque ribattere un domani che il merito creditizio avrebbero dovuto comunque verificarlo sulla base della normativa ordinaria che impone pur sempre di erogare con delle cautele. Il problema si pone poi anche in caso di erogazione in favore di soggetto insolvente al di là dell’incidenza della emergenza sanitaria. Il gestore che eroga potrebbe infatti un domani subire una revocatoria o venire tacciato di bancarotta preferenziale in concorso (soprattutto in caso di rinegoziazione di esposizioni precedenti). Le banche chiedevano uno scudo ma questo in sede di conversione non è arrivato.
Per tutte queste ragioni e contro il rischio di non ottenere in concreto il pagamento del garante un domani, le banche si cautelano con altre garanzie come la fideiussione.
Dopo di che, in astratto vi potrebbe essere spazio per contestare la richiesta di altre garanzie, sostenendo proprio che la norma prevede il rilascio della garanzia pubblica senza alcuna valutazione, dimostrando di voler trasferire ogni rischio allo Stato.