Nella giornata di ieri Unicredit e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, azionista di maggioranza di Banca Monte dei Paschi di Siena, hanno definito le condizioni per l’acquisto da parte di Unicredit delle attività commerciali di Mps, selezionando il perimetro dell’operazione. Nei giorni a venire le parti proseguiranno nella trattativa in forma esclusiva.

Tra le principali condizoni richieste da Unicredit vi è la neutralità dell’operazione rispetto alla posizione di capitale del gruppo su base pro forma, oltre ad un accrescimento significativo dell’utile per azione dopo aver considerato le possibili sinergie nette dell’operazione ed in ogni caso il mantenimento dei livelli attuali di utile per azione anche prima di tener conto delle possibili sinergie differite al 2023.

Prevista anche l’esclusione di contenziosi straordinari non attinenti all’attività di ordinaria gestione bancaria e di tutti i relativi rischi legali, attuali o potenziali. Ed anche l’esclusione dei crediti deteriorati e l’adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito che siano identificati anche a seguito della due diligence attraverso modalità da definire. Infine l’accordo sulla gestione del personale in funzione del compendio inerente all’esercizio delle attività commerciali, al fine di assicurare un’integrazione agevole, rapida ed efficace del business nel gruppo. 

La presidente e l’amministratore delegato di Mps, da parte loro, hanno espresso soddisfazione per la manifestazione di interesse di Unicredit di entrare in data room. E’ quanto si apprende da fonti della banca senese riguardo alla posizione di Patrizia Greco e Guido Bastianini.

Unicredit intanto ha archiviato il primo semestre con un utile di 1.921 milioni di euro (sottostante a 1.985 milioni di euro). Lo scorso anno lo stesso periodo si era chiuso con una perdita di 2,28 miliardi. Il secondo trimestre registra un utile di 1.034 milioni di euro (il sottostante 1,1 miliardi) sopra le stime di 720 milioni.

Nell’ambito della vendita di Mps a Unicredit l’istituto senese dovrebbe registrare l’uscita, attraverso pensionamenti e prepensionamenti, di 5-6 mila dipendenti, pari a circa un quarto dell’organico della banca, allo scopo di alleggerire la struttura di costi dell’istituto senese. Gli esuberi, viene riferito all’ANSA in ambienti bancari, verranno finanziati attraverso il fondo esuberi e dovrebbero essere tutti su base volontaria.

Il costo dell’operazione, che rientra nell’ambito dei costi di ristrutturazione che verranno sostenuti dallo Stato per ‘ripulire’ Mps, dovrebbe aggirarsi intorno a 1-1,2 miliardi di euro, ipotizzando un costo medio per dipendente attorno ai 200 mila euro.