I crediti incagliati superano ormai quelli deteriorati. A scriverlo è il Sole24Ore secondo cui, stando agli ultimi dati semstrali relativi alle maggiori otto banche quotate in Borsa, i crediti Unlikely to Pay sono arrivati ad ammontare a fine giugno a 34,28 miliardi, mentre gli Npl (non performing loans) sono scesi a 23,47 miliardi.

Il che, considerando il periodo storico, le moratorie speciali e la crisi economica creata dalla pandemia, evidenzia il gran lavoro fatto sui bilanci per smaltire i crediti in sofferenza.

Quanto agli Utp, invece,a parte Intesa Sanpaolo e BancoBpm, che nell’ultimo anno li hanno ridotti rispettivamente da 13,4 a 9,4 miliardi e da 6,16 a 4,82 miliardi, gli Utp si mantengono sui livelli di un anno fa e in alcuni casi sono addirittura aumentati (UniCredit da 12 a 13,4 miliardi). Ma per tutte le banche, ormai, gli Utp superano gli Npl.

Monte Paschi di Siena resta il fanalino di coda del sistema sia per quanto riguarda la copertura degli Utp (accantonamenti al 36,3% sui 2,5 miliardi di incagli) che in riferimento al totale dei crediti a rischio (46,9%). 

E la promessa sposa UniCredit, che invece ha un tasso di copertura del totale Npe al 57,6%, ha subordinato l’aggregazione a una preventiva e analitica due diligence sull’intero portafoglio crediti di Mps.