La Bce ha riferito che l’affiliata europea è “in fallimento o probabilmente fallirà” dopo aver “sperimentato significativi deflussi di depositi come risultato dell’impatto reputazionale delle tensioni geopolitiche”.
La maggiore banca russa colpita dalle sanzioni internazionali (uno dei primari istituti del paese), Sberbank, è crollata ieri in Borsa (-65% sul London Stock Exchange). La sua caduta è legata anche alla decisione assunta nella notte dalla Bce di dichiarare la filiale europea, Sberbank Ag con sede in Austria, «failing or likely to fail» dunque in probabile fallimento. L’intervento di emergenza della Bce è dovuto alla crisi di liquidità che si è verificata dopo i numerosi prelievi dei depositanti «a seguito dell’impatto reputazionale delle tensioni geopolitiche».
Una crisi di fiducia che ha spinto i clienti a correre ai bancomat e agli sportelli per ritirare i soldi. Sberbank Ag ha filiali in vari paesi europei: nella sostanza è la banca utilizzata dai russi residenti all’estero. Il documento diffuso ieri dalla Bce sembra però tracciare una linea di demarcazione tra le sorti delle filiali che sono presenti nei paesi che fanno parte dell’area euro – e dunque le banche sono vigilate dalla Bce – e quelle localizzate in altri paesi. Sberbank Ag è presente in Austria, Germania, Slovenia, ma non solo. Nel comunicato diffuso ieri dalla banca centrale, che ha avviato la vigilanza su Sberbank Ag nel 2014, si precisa che la tutela per i depositi entro i 100mila euro assicurata dai fondi interbancari nazionali di garanzia «è garantita dai sistemi di garanzia presenti in Austria, Croazia e Slovenia». La banca però ha filiali anche in altri paesi: Bosnia Erzegovina, Repubblica Ceca, Ungheria e Serbia.
Le garanzie previste per l’area euro, dunque, non varrebbero in questi altri paesi. In ogni caso i destini del ramo austriaco della banca russa saranno decisi nelle prossime ore dal Single Resolution Board che dovrà sancire il probabile fallimento e stabilire quale percorso per la gestione della crisi dovrà adottare la banca. La Bce nel suo documento spiega che si tratta di una banca «significativa» per i potenziali effetti sistemici a causa dell’ampiezza delle sue attività cross border. Proprio per questo motivo ricade nella direttiva europea sulle crisi bancarie varata nel 2015. Non è da escludere che per l’istituto russo si profili la strada del bail in vero e proprio, che sinora non aveva mai trovato applicazione sulle banche europee. Nella sostanza, tutto l’onere verrà ripartito sui clienti (con depositi oltre i 100mila euro nell’area euro e sugli investitori).